Agenzia entrate riscossione: capire se si è in debito e i beni non pignorabili

E’ un po l’incubo di molti contribuenti quello di maturare un debito con l’agenzia delle entrate, in questo articolo ti spiegherò come verificare eventuali debiti e sopratutto capire cosa l’agenzia delle entrate non può pignorare e quali limitazioni sono legate a questo fenomeno.

Ma procediamo con ordine prima di tutto è utile sapere che ci sono varie modi di scoprire situazioni debitorie con l’erario e il metodo più comune è quello di richiedere quello che tecnicamente viene chiamato “estratto di ruolo” ossia una lista che viene rilasciata su richiesta del contribuente contenente tutte le cartelle non pagate dallo stesso.  Questo documento può essere richiesto anche telematicamente tramite il sito dell’agenzia entrate riscossione previa autenticazione al sistema, occorrerà quindi registrarsi o in alternativa potrai recarti fisicamente presso lo sportello.

Il secondo metodo per scoprire se il contribuente ha debiti con l’erario è quella di delegare un intermediario come un commercialista ad esempio, inoltre è necessario alla consultazione della propria posizione debitoria che vada conferita apposita delega on line. È necessario, allo scopo, che ciascun delegante sia in possesso delle credenziali di accesso al sito dell’agenzia delle entrate.

Vediamo adesso cosa l’agenzia delle entrate non può pignorare e le conseguenti limitazioni.

Pignoramenti di tipologia immobiliare:

Il pignoramento immobiliare, che nel privato è consentito per qualsiasi cifra e a discrezione del creditore, nel caso dei debiti erariali invece è soggetto a una serie di limiti:

– non si può ipotecare le casa se il debito del contribuente è inferiore a 20mila euro. In ogni caso, prima dell’ipoteca, è necessario inviare un preavviso almeno 30 giorni prima;

– non si può pignorare la casa se il debito complessivamente accumulato dal contribuente è inferiore a 120mila euro e la somma di tutti gli immobili di sua proprietà è inferiore a 120mila euro. In ogni caso, prima del pignoramento è necessario iscrivere l’ipoteca e, dopo di questa, attendere 6 mesi;

– non si può pignorare la casa se il debitore non possiede (anche per quote) altri immobili oltre a quello in questione e sempre a condizione che questo sia quello di residenza, accatastato a civile abitazione e non di lusso (ossia non A/8 e A/9). Per cui, in questo caso, se anche il contribuente ha un debito superiore a 120mila euro non rischia la casa.

In sintesi, si legge sul portale, una casa non è pignorabile se (alternativamente):

– il debito è inferiore a 120mila euro o la somma degli immobili del debitore non supera 120mila euro;

– la casa è l’unico immobile di proprietà del debitore, purché vi abbia fissato la residenza, non sia di lusso e sia accatastato come civile abitazione.

Se la casa è invece inserita nel fondo patrimoniale, sottolinea ‘La legge per tutti’, non è al sicuro: «I più recenti sviluppi giurisprudenziali intendono i debiti fiscali come contratti per i bisogni della famiglia e, come tali, sono insensibili allo schermo del fondo patrimoniale». Quindi, «il fisco può pignorare la casa che il debitore abbia conferito nel fondo».

Stipendio e pensione:

Se viene notificato un pignoramento in banca, l’ultimo stipendio o l’ultima pensione accreditata non possono essere pignorati e restano integralmente a disposizione. Il pignoramento dello stipendio può avvenire presso il datore di lavoro, prima che questi lo eroghi materialmente al dipendente, oppure quando ormai è stato accreditato in banca. In entrambi i casi, però, lo stipendio può essere pignorato fino a massimo un quinto. Se il pignoramento dello stipendio avviene in banca, non può toccare tutti i risparmi ivi accumulati se sono inferiori a 1.344,21 euro; il pignoramento si estende solo alla parte eccedente tale soglia.

Come per il pignoramento dello stipendio, anche quello della pensione può avvenire presso l’ente di previdenza, prima che questo lo eroghi al pensionato oppure quando ormai è stato accreditato in banca. Nei due casi, però, la pensione può essere pignorata fino a massimo un quinto. Se la pensione viene pignorata presso l’ente di previdenza, il quinto pignorabile va calcolato al netto del cosiddetto “minimo vitale” (o di ‘sopravvivenza’) che è pari a 1,5 volte l’assegno sociale: 672,10 euro. Questo vuol dire, spiega il sito legale, «dalla mensilità della pensione si detrae prima il minimo vitale e poi si calcola il quinto pignorabile».

Beni di Famiglia:

Alcuni beni non possono essere pignorati. «Il codice li chiama “beni assolutamente impignorabili” e sono: letti, tavoli da pranzo con le relative sedie, armadi guardaroba, cassettoni, frigorifero, stufe, fornelli di cucina anche se a gas o elettrici, lavatrice, utensili di casa e di cucina insieme ad un mobile idoneo a contenerli» si legge sul portale. Beni che, «in quanto indispensabili al debitore e alle persone della sua famiglia con lui conviventi, non possono essere asportati dall’ufficiale giudiziario, a condizione che non abbiano un significativo pregio artistico o di antiquariato».

Auto di Lavoro e polizze vita

Se l’auto serve per lavorare e il contribuente è un imprenditore o un professionista, il fermo auto non può essere disposto. Le polizze vita sono assolutamente impignorabili da parte di qualsiasi creditore, non solo dal fisco.

Conto Corrente e Casa Cointestati:

Tutti i beni cointestati possono essere pignorati ma entro massimo la metà. Se il bene può essere diviso in natura (si pensi a un conto corrente o a una villetta bifamiliare) si procede in tal senso e il fisco sottopone ad esecuzione forzata solo il 50% di proprietà del debitore. Altrimenti, il bene si vende per intero (si pensi a un appartamento e una metà del ricavato viene restituita al contitolare non debitore).