Guida alle tutele per il TFR non riconosciuto

In questo nuovo articolo della rubrica legale oltre a spiegarti nel dettaglio cosa sia il TFR ti voglio mostrare i sistemi di tutela che puoi porre in essere in caso il tuo datore di lavoro sia esso un ente statale o un privato non vogliano riconoscerti la liquidazione del TFR.

 Esattamente come viene definito il TFR?

“In ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto ad un trattamento di fine rapporto. Tale trattamento si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5. (Art 2120 c.c.)

Da questa definizione comprendiamo che al dipendente alla fine di un rapporto di lavoro, sia esso concluso per cause naturali come pensionamento del dipendete o fallimento della società o altresì per licenziamento del lavoratore, lo stesso ha diritto al TFR. Va da se che il datore tecnicamente dovrebbe ogni mese accantonare in bilancio una quota per il TFR questo per garantire in qualsiasi momento la liquidità necessaria per far fronte a questo aspetto (almeno che il lavoratore non abbia predisposto il tfr su fondo pensione).  Introdotto dalla legge 297/1982 al posto dell’indennità di anzianità, il TFR è un emolumento economico che ha natura di retribuzione differita (questo viene accantonato dal datore di lavoro ogni mese come detto) ed ha una funzione previdenziale: con la liquidazione, infatti, si compensa la difficoltà derivante dalla perdita del lavoro tramite il pagamento di una determinata somma di denaro.

Come agire in caso di inadempienza del datore di lavoro?

Nella eventualità il vostro datore di lavoro riconosca in ritardo rispetto ai tempi previsti per la vostra categoria lavorativa o peggio non riconosca affatto la vostra liquidazione il primo passo da fare è inviare una lettera di messa in mora, dove si invita il datore di lavoro a liquidare quanto spetta al dipendente. Cliccando sul link potrete scaricare il Fac Simile lettera

Cosa fare nel caso neanche questa azione viene presa in considerazione dal datore di lavoro? Allora sarete costretti a rivolgervi a un legale che vi rappresenti e che vi tuteli. l legale normalmente ricorrerà in tribunale, attraverso le procedure d’urgenza, per ottenere un titolo esecutivo nei confronti dell’imprenditore o ente inadempiente. Qualora neanche a seguito della notifica del decreto ingiuntivo l’azienda paghi il dovuto, l’avvocato provvederà ad esperire i tentativi di esecuzione forzata (pignoramenti) o, eventualmente, a depositare una istanza di fallimento. È sempre opportuno effettuare una verifica di quale sia la situazione debitoria generale dell’azienda. Infatti, il liquidatore per legge deve tutelare in via prioritaria i crediti dei dipendenti, nonché il versamento degli oneri previdenziali ed erariali, in quanto tali crediti godono di un grado di prelazione prioritario rispetto a tutti gli altri debiti.

Il TFR non riconosciuto dalla azienda fallita e il fondo di garanzia Inps

La dinamica cambia nella situazione in cui l’azienda del datore di lavoro versi in condizioni di crisi o sia in stato di fallimento e non abbia quindi la liquidità disponibile, viene in aiuto l’inps.  L’articolo 2 della Legge 297/1982 ha istituito “Fondo di garanzia per il trattamento di fine rapporto” esso ha l’obiettivo di sostituirsi al datore di lavoro, in caso di insolvenza di quest’ultimo, nel pagamento del T.F.R. e/o delle ultime tre mensilità ai lavoratori subordinati, cessati dal lavoro, o loro aventi diritto (art. 2120 codice civile).

Da questo punto di vista la normativa è chiara. Nel caso in cui l’azienda sia in crisi o sia stata messa volontariamente in stato di liquidazione, il TFR dei lavoratori dipendenti viene comunque garantito dal Fondo di garanzia INPS. Tale principio è stato sancito anche dalla giurisprudenza che afferma come “il pagamento del TFR maturato dal dipendente è a carico del Fondo di Garanzia anche se non sussiste tecnicamente il fallimento del datore di lavoro ma questi si dimostra insolvente”.

Le modalità di accesso al Fondo di Garanzia Inps sono diverse a seconda che il datore di lavoro sia stato sottoposto o meno a procedure concorsuali.

Se il mancato pagamento è dovuto a fallimento dell’azienda, concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa, amministrazione straordinaria o procedura di liquidazione del patrimonio, per accedere al Fondo di Garanzia sarà necessario semplicemente presentare all’Inps il provvedimento giudiziale di dichiarazione di fallimento e quello con cui il giudice ha ammesso il lavoratore allo stato passivo del fallimento medesimo; il dipendente insoddisfatto è un creditore privilegiato quindi dovrà essere soddisfatto prima di ogni altro credito ammesso alla procedura.